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Moggi, Luciano.

Dirigente sportivo italiano. Impiegato delle Ferrovie Italiane, si avvicinò al mondo del calcio a partire dagli anni Sessanta, costruendosi la fama di talent-scout alla Juventus (a lui si devono gli arrivi sotto la mole di Paolo Rossi, Claudio Gentile e Gaetano Scirea) dove fu collaboratore del direttore generale Italo Allodi. Nel 1977 divenne direttore sportivo della Roma, da cui fu allontanato in seguito all'avvento alla presidenza di Dino Viola. Passato alla Lazio (1979), con cui visse la retrocessione del club a causa dello scandalo del calcioscommesse (1980), nel 1982 fu chiamato a Torino, sponda granata, dove si consumò l'incontro con Antonio Giraudo. Nel 1987 entrò nella dirigenza del Napoli, scelto da Corrado Ferlaino per sostituire Allodi, minato nella salute. Sotto il Vesuvio M. si tolse le sue prime soddisfazioni sportive (il suo bilancio parla di uno scudetto, una Coppa UEFA e una Supercoppa italiana), distinguendosi tuttavia anche per frequentazioni dubbie ed episodi poco edificanti. Nel 1991, anno in cui Maradona fu trovato positivo alla cocaina (17 marzo), il discusso dirigente decise di porre fine alla sua esperienza partenopea tornando al Torino del presidente Gianmauro Borsano. Trasferitosi nuovamente alla Roma nel 1993, nel 1994 fu chiamato dalla Juventus di Umberto Agnelli dapprima nel ruolo di direttore sportivo e quindi di direttore generale, ricoprendo dal 2001 anche l'incarico di consigliere d'amministrazione. Insieme all'amministratore delegato Giraudo e al presidente Roberto Bettega formò la cosiddetta "Triade", che, con una buona dose di spregiudicatezza, fece grande la Juventus soprattutto in Italia. Nel maggio 2006, inchiodato da intercettazioni telefoniche operate dalle procure di Torino e Napoli, finì sotto inchiesta con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minaccia e violenza privata. Nell'inchiesta venne coinvolto anche il figlio Alessandro, presidente della GEA, società di procuratori con forti agganci politici e bancari. Dimessosi dal CDA della Juventus (11 luglio), in primo grado (14 luglio) M. subì l'inibizione per cinque anni con richiesta di radiazione, confermata anche in secondo grado (25 luglio). Allontanato dal mondo del calcio, cominciò a collaborare con il quotidiano "Libero" (n. Monticiano, Siena 1937).